Che cos'è un dipartimento universitario

Certamente prima del 1980 gli studenti e molti professori non avevano mai sentito parlare di Dipartimenti universitari. C'erano le facoltà e in alcuni casi gli istituti, luoghi dove gli studenti non avevano in genere libero accesso. In molti casi l'Istituto coincideva con un singolo insegnamento ed il direttore dell'Istituto altri non era che il titolare di quell'insegnamento.

Ma per quanto non si usasse la parola, l'idea di Dipartimento esisteva già in molte università specialmente in alcune discipline. Se per Dipartimento si intende un organismo che riunisce tutti i docenti che insegnano e svolgono ricerche in discipline appartenenti alla stessa area, che esprimono una direzione collegiale, e che utilizzano risorse, laboratori e strumenti comuni, allora l'Istituto Matematico dell'Università di Roma è stato un Dipartimento ben prima di assumerne il nome.

Si può dire infatti che l'idea di Dipartimento in Italia è nata dalla esperienza dei cosiddetti istituti policattedra, che esistevano quasi esclusivamente in Fisica e in Matematica. La migliore testimonianza di questo concetto di Dipartimento è fornita dall'architettura degli edifici di Matematica e di Fisica della nostra Università, che risalgono entrambi al 1935. Sono edifici unici, senza divisioni interne, con un'unica biblioteca aperta anche agli studenti, con aule comuni e luoghi di riunione, con numerosi studi per i professori, ma senza uno studio particolarmente grande e lussuoso per "il direttore". Per contrasto basta spostarsi nella vicina Facoltà di Lettere o di Giurisprudenza, per trovare porte e corridoi chiusi ed edifici divisi in tanti piccoli istituti che solo recentemente, e non sempre, sono confluiti in nuove strutture dipartimentali (questo non è successo ad esempio a Giurisprudenza).

E' un po' più difficile capire quali sono i rapporti tra Dipartimento e Corso di Laurea. A Matematica sembrano sovrapporsi. Ed è giusto che sia così: il Corso di Laurea in Matematica assorbe gran parte della attività didattica dei professori del Dipartimento di Matematica, e gli studenti di Matematica si considerano "a casa loro" nel loro Dipartimento, nell'aula di studio a loro riservata, nelle sale di lettura della biblioteca e se sono laureandi, anche nella bella sala interna della biblioteca. Gli studenti eleggono anche i loro rappresentanti nel Consiglio di Dipartimento in Matematica, che è l'organo di direzione collegiale. Ma soprattutto la mattina essi affollano i corridoi, le aule, le scale e naturalmente i gradini esterni dell'edificio, che sembrano essere nella bella stagione il luogo di riunione preferito.

Non bisogna però dimenticare che i docenti del dipartimento insegnano anche ad altri studenti e cioè agli studenti di tutti i corsi di laurea della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali: Fisica, Chimica, Informatica, Biologia, Scienze della Terra, Scienze Naturali. Questo fa del dipartimento un organismo che travalica il corso di laurea in matematica anche dal punto di vista della didattica.

Tuttavia anche se ufficialmente, a termini di legge, il dipartimento dovrebbe organizzare la ricerca scientifica nell'area matematica e non l'insegnamento, nei fatti come è giusto che sia in ambito universitario, didattica e ricerca si sovrappongono e le competenze dei due consigli, di dipartimento e di corso di laurea finiscono per confondersi. Del resto la biblioteca, le aule, il centro di calcolo servono sia per la didattica che per la ricerca. E poi al di là delle sottigliezze giuridiche, il dipartimento è formato dalle persone che vi appartengono, e lavorano insieme per la didattica e la ricerca, ma anche dagli studenti che lo frequentano. Si tratta di un corpo vivo di docenti e studenti, ravvivato specialmente dalla presenza dei giovani che ogni anno entrano come matricole, imparano a poco a poco a frequentare l'edificio ad utilizzarne le strutture, ed infine tra gli applausi dei colleghi, i fiori e la commozione dei genitori arrivano alla laurea. Da questo punto di vista il Dipartimento non è definibile in termini legalistici. Ma solo in termini umani e sociali.

                                                                                                Alessandro Figà Talamanca
Dicembre 1995

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