Caro Direttore, mi chiamo Domenico Marinucci e sono il Direttore del Dipartimento di Matematica dell'Università di Roma Tor Vergata. Negli ultimi giorni i mezzi di comunicazione si sono concentrati sulla situazione dell'Università italiana, denunciando le ampie degenerazioni ed i fenomeni di nepotismo, la scarsa produttività scientifica, la mancata internazionalizzazione, l'assenza di meritocrazia, la chiusura verso il mondo esterno. Si tratta di fenomeni senz'altro largamente presenti nella nostra accademia, e da questo punto di vista ritengo la vostra opera di denuncia assolutamente meritoria. Per completezza di informazione, credo sarebbe però importante far conoscere ai cittadini l'esistenza di realtà anche profondamente diverse. A titolo puramente esemplificativo, vorrei descrivere brevemente la situazione del Dipartimento che dirigo da poco più di un anno.

1) Classifiche internazionali

Viene continuamente affermato che nessuna Università italiana si colloca tra le prime 100 al mondo.

Questo può essere vero se si guarda agli atenei nel loro complesso, ma la situazione cambia drasticamente se si concentra l'analisi sulle singole aree disciplinari. Ad esempio, il nostro Dipartimento e' stato inserito tra i 19 centri di eccellenza europei per la ricerca in Matematica, insieme ad istituzioni prestigiosissime come le Università di Cambridge, Oxford, Parigi, Zurigo ed altre - si veda il rapporto allegato del Center for Higher Education (per conto di Die Zeit) ed il sito http://www.excellenceranking.org/eusid/EUSID. Per la Fisica ben 4 istituzioni selezionate tra le prime 24 sono italiane.

2) Internazionalizzazione del corpo docente

Viene continuamente affermato che nessuna Università italiana include come docenti studiosi stranieri.

Come si può facilmente verificare dall'annuario, nel nostro corpo docente abbiamo due olandesi (uno dei quali direttore anche dell'IAC-CNR), un inglese, due tedeschi, uno statunitense di origine rumena, una argentina, quasi tutti ordinari; abbiamo appena fatto domanda di chiamata ("rientro dei cervelli") per uno scozzese ed un francese.

3) Internazionalizzazione degli studenti

Viene continuamente affermato che l'Università italiana non ha nessuna capacità di attrattiva per studenti stranieri.

Nel dottorato di ricerca in Matematica di questo Dipartimento, lo scorso anno tra i nuovi ingressi gli stranieri hanno superato gli studenti italiani. In questo momento abbiamo studenti olandesi, tedeschi, rumeni, cinesi, turchi, giapponesi, albanesi, vietnamiti e congolesi (spero di non aver dimenticato nessuno!).

4) Nepotismo e familismo

Viene continuamente affermato che la carriera universitaria è appannaggio esclusivo di figli e nipoti di accademici.

Nel nostro Dipartimento nessun cognome si ripete più di una volta (avevamo due "Rossi" fino ad un mese fa, ma non si trattava di parenti). Più esplicitamente, nessuno dei miei colleghi e' "discendente" (figlio, nipote....) di altri docenti del Dipartimento. Per inciso, mi pare che ci sia un solo laureato a Tor Vergata tra gli afferenti dell'intero Dipartimento.

5) Collegamento con il mondo esterno e l'industria

Viene continuamente affermato che la ricerca prodotta nell'Università italiana è priva di interesse per il mondo industriale . Docenti del Dipartimento hanno creato e gestiscono il Laboratorio Nestor, che si occupa principalmente di sicurezza informatica. Il Laboratorio ha depositato più di venti brevetti e gestisce e realizza progetti nazionali ed internazionali per diversi milioni di euro annui. Il 99% dei fondi del Laboratorio non proviene dai fondi pubblici normalmente utilizzati per sovvenzionare la ricerca.

6) Capacità di attirare fondi di ricerca.

Viene continuamente affermato che l'Università italiana non riesce ad attrarre fondi di ricerca internazionali, in particolare Europei.

Uno dei nostri docenti ha appena ricevuto 1,050,000 euro dall'European Research Council per un progetto quinquennale di ricerca nell'ambito delle basi matematiche della Fisica Quantistica. Per inciso, si tratta di una cifra superiore all'ammontare totale dei fondi di ricerca che l'ateneo di Tor Vergata nel suo complesso può stanziare tra tutte le discipline (i cosiddetti fondi "ex 60%", cioè il finanziamento diretto d'ateneo alla ricerca, sono pari ad un milione di euro per 1470 docenti).

7) Visibilità internazionale

Viene continuamente affermato che la ricerca prodotta in Italia ha scarsa visibilità all'estero.

Nel prossimo congresso internazionale di fisica matematica che si terrà a Praga nel 2009, due tra i quindici oratori plenari saranno membri del nostro dipartimento (http://www.icmp09.com/). L'unico altro ateneo al mondo che avrà in quell'occasione due plenary speakers è l'Università di Princeton, da molti considerata la migliore in assoluto in questo campo.

8) Gerontocrazia

Viene continuamente affermato che l'Università italiana è gestita su base di esclusiva anzianità ed ai giovani non è concesso alcuno spazio.

Il coordinatore del collegio dei docenti del dottorato in matematica (la più importante carica didattica del Dipartimento) ha compiuto da poco 35 anni (credo sia in assoluto il più giovane ordinario d' Italia). Sul piano personale, quando i colleghi mi hanno chiesto di assumere la carica di

Direttore poco più di un anno fa non avevo ancora compiuto 39 anni (adesso ne ho 40). Devo aggiungere peraltro che alcuni miei colleghi che hanno abbondantemente superato i 50 anni sono stati negli ultimi anni tra i più prolifici matematici in assoluto a livello internazionale nei loro settori.

9) Privilegi

Viene spesso affermato che i "baroni" italiani siano strapagati in proporzione alla loro attività lavorativa. Questa settimana ho passato una parte del mio tempo ad aiutare una studentessa cinese (di cui seguo la tesi di dottorato) a preparare le sua domande per un posto come borsista o ricercatrice negli Stati Uniti l'anno prossimo. Non ho avuto il coraggio di dirle che lo stipendio che percepirebbe come borsista post-doc in Usa, se fosse assunta, sarebbe superiore al mio, inclusa l'indennità di Direttore.

Ripeto, non è assolutamente mia intenzione negare le numerosissime degenerazioni che infestano i nostri atenei. L'Università italiana ha sicuramente bisogno di grandi riforme: a mio parere, innanzitutto sono necessari meccanismi di valutazione della ricerca molto stringenti e finanziamenti strettamente legati al merito e alla qualità dei risultati effettivamente conseguiti. C'è il rischio però che una critica indistinta non aiuti a capire, giungendo a rivelarsi persino controproducente.

Resto a sua disposizione per ogni eventuale richiesta di chiarimento. Grazie per l'attenzione, cordiali saluti